Title: Io Se Fossi Dio Artist: Giorgio Gaber http://pizzica.altervista.org/ Intro: La- La- Io se fossi Dio E io potrei anche esserlo Se no non vedo chi. Io se fossi Dio non mi farei fregare dai modi furbetti della gente Non sarei mica un dilettante Do Sarei sempre presente Sarei davvero in ogni luogo a spiare O meglio ancora a criticare, appunto La- Cosa fa la gente. Per esempio il cosiddetto uomo comune Com’è noioso Non commette mai peccati grossi Non è mai intensamente peccaminoso. Del resto poverino è troppo misero e meschino E pur sapendo che Dio è il computer più perfetto Lui pensa che l’errore piccolino Non lo veda o non lo conti affatto. Per questo io se fossi Dio Preferirei il secolo passato Se fossi Dio rimpiangerei il furore antico Dove si amava, e poi si odiava E si ammazzava il nemico. Do La- Ma io non sono ancora nel regno dei cieli Do La- Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli. Io se fossi Dio Non sarei mica stato a risparmiare Avrei fatto un uomo migliore. Si, vabbè, lo ammetto non mi è venuto tanto bene ed è per questo, per predicare il giusto che io ogni tanto mando giù qualcuno ma poi alla gente piace interpretare e fa ancora più casino. Io se fossi Dio Non avrei fatto gli errori di mio figlio E specialmente sull’amore Mi sarei spiegato un po’ meglio. Infatti voi uomini mortali per le cose banali Per le cazzate tipo compassione e finti aiuti Ci avete proprio una bontà Da vecchi un po’ rincoglioniti. Ma come siete buoni voi che il mondo lo abbracciate E tutti che ostentate la vostra carità. Per le foreste, per i delfini e i cani Per le piantine e per i canarini Un uomo oggi ha tanto amore di riserva Che neanche se lo sogna Che vien da dire Ma poi coi suoi simili come fa ad essere così carogna. Io se fossi Dio Direi che la mia rabbia più bestiale Che mi fa male e che mi porta alla pazzia È il vostro finto impegno È la vostra ipocrisia. Ce l’ho che per salvare la faccia Per darsi un tono da cittadini giusti e umani Fanno passaggi pedonali e poi servizi strani E tante altre attenzioni Per handicappati sordomuti e nani. E in queste grandi città Che scoppiano nel caos e nella merda Fa molto effetto un pezzettino d’erba E tanto spazio per tutti i figli degli dèi minori. Cari assessori, cari furbastri subdoli altruisti Che usate gli infelici con gran prosopopea Ma io so che dentro il vostro cuore li vorreste buttare Dalla rupe Tarpea. Ma io non sono ancora nel regno dei cieli Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli. Io se fossi Dio maledirei per primi i giornalisti e specialmente tutti Che certamente non sono brave persone E dove cogli, cogli sempre bene. Signori giornalisti, avete troppa sete E non sapete approfittare della libertà che avete Avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate E in cambio pretendete La libertà di scrivere E di fotografare. Immagini geniali e interessanti Di presidenti solidali e di mamme piangenti E in questo mondo pieno di sgomento Come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento: Cannibali, necrofili, deamicisiani, astuti E si direbbe proprio compiaciuti Voi vi buttate sul disastro umano Col gusto della lacrima In primo piano. Si, vabbè, lo ammetto La scomparsa totale della stampa sarebbe forse una follia Ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza Non avrei certo la superstizione Della democrazia. Ma io non sono ancora nel regno dei cieli Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli. Io se fossi Dio Naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente. Nel regno dei cieli non vorrei ministri Né gente di partito tra le palle Perché la politica è schifosa e fa male alla pelle. E tutti quelli che fanno questo gioco Che poi è un gioco di forze ributtante e contagioso Come la febbre e il tifo E tutti quelli che fanno questo gioco C’ hanno certe facce Che a vederle fanno schifo. Io se fossi Dio dall’alto del mio trono Direi che la politica è un mestiere osceno E vorrei dire, mi pare a Platone Che il politico è sempre meno filosofo E sempre più coglione. È un uomo a tutto tondo Che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo Che scivola sulle parole E poi se le rigira come lui vuole. Signori dei partiti O altri gregari imparentati Non ho nessuna voglia di parlarvi Con toni risentiti. Ormai le indignazioni son cose da tromboni Da guitti un po’ stonati. Quello che dite e fate Quello che veramente siete Non merita commenti, non se ne può parlare Non riesce più nemmeno a farmi incazzare. Sarebbe come fare inutili duelli con gli imbecilli Sarebbe come scendere ai vostri livelli Un gioco così basso, così atroce Per cui il silenzio sarebbe la risposta più efficace. Ma io sono un Dio emotivo, un Dio imperfetto E mi dispiace ma non son proprio capace Di tacere del tutto. Ci son delle cose Così tremende, luride e schifose Che non è affatto strano Che anche un Dio Si lasci prendere la mano. Io se fossi Dio preferirei essere truffato E derubato, e poi deriso e poi sodomizzato Preferirei la più tragica disgrazia Piuttosto che cadere nelle mani della giustizia. Signori magistrati Un tempo così schivi e riservati Ed ora con la smania di essere popolari Come cantanti come calciatori. Vi vedo così audaci che siete anche capaci Di metter persino la mamma in galera Per la vostra carriera. Io se fossi Dio Direi che è anche abbastanza normale Che la giustizia si amministri male Ma non si tratta solo Di corruzioni vecchie e nuove È proprio un elefante che non si muove Che giustamente nasce Sotto un segno zodiacale un po’ pesante E la bilancia non l’ha neanche come ascendente. Io se fossi Dio Direi che la giustizia è una macchina infernale È la follia, la perversione più totale A meno che non si tratti di poveri ma brutti Allora si che la giustizia è proprio uguale per tutti. […] Io se fossi Dio Io direi come si fa a non essere incazzati Che in ospedale si fa morir la gente Accatastata tra gli sputi. E intanto nel palazzo comunale C’è una bella mostra sui costumi dei sanniti In modo tale che in questa messa in scena Tutto si addolcisca, tutto si confonda In modo tale che se io fossi Dio direi che il sociale È una schifosa facciata immonda. Ma io non sono ancora nel regno dei cieli Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli. […] Io se fossi Dio Vedrei dall’alto come una macchia nera Una specie di paura che forse è peggio della guerra Sono i soprusi, le estorsioni i rapimenti È la camorra. È l’impero degli invisibili avvoltoi Dei pescecani che non si sazian mai Sempre presenti, sempre più potenti, sempre più schifosi È l’impero dei mafiosi. Io se fossi Dio Io griderei che in questo momento Son proprio loro il nostro sgomento. Uomini seri e rispettati Cos’ì normali e al tempo stesso spudorati Così sicuri dentro i loro imperi Una carezza ai figli, una carezza al cane Che se non guardi bene ti sembrano persone Persone buone che quotidianamente Ammazzano la gente con una tal freddezza Che Hitler al confronto mi fa tenerezza. Io se fossi Dio Urlerei che questi terribili bubboni Ormai son dentro le nostre istituzioni E anzi, il marciume che ho citato È maturato tra i consiglieri, i magistrati, i ministeri Alla Camera e allo Senato. Io se fossi Dio Direi che siamo complici oppure deficienti Che questi delinquenti, queste ignobili carogne Non nascondono neanche le loro vergogne E sono tutti i giorni sui nostri teleschermi E mostrano sorridenti le maschere di cera E sembrano tutti contro la sporca macchia nera. Non ce n’è neanche uno che non ci sia invischiato Perché la macchia nera È lo Stato. E allora io se fossi Dio Direi che ci son tutte le premesse Per anticipare il giorno dell’Apocalisse. Con una deliziosa indifferenza E la mia solita distanza Vorrei vedere il mondo e tutta la sua gente Sprofondare lentamente nel niente. Forse io come Dio, come Creatore Queste cose non le dovrei nemmeno dire Io come Padreterno non mi dovrei occupare Né di violenza né di orrori né di guerra Né di tutta l’idiozia di questa Terra E cose simili. Peccato che anche Dio Ha il proprio inferno Che è questo amore eterno Per gli uomini. By Giordy from Volcei info_thepage@yahoo.it